Quando la medicina diventa un rito del venerdì sera: l'aperitivo, il miglior regalo che Ippocrate ci potesse fare!

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L'aperitivo, per molti di noi, è un rito.

L’aperitivo, infatti, evoca relax, divertimento e chiacchierate senza pensieri fatte in attesa di un lauto pasto che ci renderà ancor più soddisfatti.

L'aperitivo, insomma, fa ormai parte della nostra quotidianità ma scommettiamo che non avete la minima idea del fatto che dobbiamo ringraziare gli antichi greci per questo piacevolissimo rituale. 

Tutto, infatti, ebbe inizio nel V sec. a.C. quando Ippocrate, il famoso medico greco, cominciò a prescrivere ai pazienti affetti da inappetenza un medicinale di sua invenzione: il vinum hippocraticum, una bevanda composta da un vino bianco e dolce a cui venivano aggiunti fiori di dittamo, assenzio e ruta. 

I romani, successivamente, gradendo l'intruglio ma volendolo migliorare, vi aggiunsero anche rosmarino e salvia per attenuarne l'amarissimo sapore e lo chiamarono vinum absinthiatum (con assenzio).

L'aperitivo: il rituale più amato dagli italiani!

Fu però solo dal Medioevo in poi che la farmacologia erboristica constatò che la funzione di stimolare il senso della fame è tipica delle sostanze amare: proprio per questo, ancor oggi, all'ora dell'aperitivo, preferiamo bibite molto bitter che ci fanno venire un bel languorino che saremo poi ben felici di placare con una buona cenetta!

L'aperitivo come lo intendiamo oggi nasce però a Torino nel 1796 in una piccola bottega di liquori e vini gestita dal signor Antonio Benedetto Carpano, il quale ebbe la brillantissima idea di vendere un vino aromatizzato con china che battezzò Vermouth, dal tedesco wermut, assenzio.

Vittorio Emanuele se ne innamorò e ne facilitò la diffusione e, piano piano, si arrivò all'usanza di bere questi amari - oggi sostituiti anche da svariati vini e cocktail - prima di cena, per stimolare l'appetito.

Ora che sapete questa storia ad ogni aperitivo che fate al Caffè Teatro fate un brindisi ad Ippocrate, mi raccomando!